Caratteri generali della Grotta
Schematizzando, le Grotte di Pertosa-Auletta si presentano fondamentalmente costituite da tre rami paralleli, di cui quello più settentrionale, per gli eccezionali fenomeni di concrezionamento e per la vastità degli ambienti, ospita un percorso turistico lungo circa 800 metri. Gli altri due rami, il mediano e quello più meridionale, rappresentano invece i settori ipogei più marcatamente speleologici, sebbene anche nel ramo meridionale vi sia un breve tratto aperto al pubblico (lungo poco più di 100 metri). Quest’ultimo ramo, conosciuto come “Ramo della sorgente“, è completamente attraversato da un corso d’acqua perenne che, dopo un percorso di oltre 700 metri, fuoriesce in superficie dall’ingresso della grotta. Qui una diga di sbarramento delle acque, eretta per lo sfruttamento del torrente ipogeo a fini idroelettrici, ha innalzato il livello del torrente a tal punto da richiedere l’utilizzo di apposite imbarcazioni per accedere alla cavità più interna. Tali imbarcazioni sono attraccate ad una lunga banchina artificiale – la Piattaforma d’imbarco – su cui si erge una piccola edicola sacra dedicata a San Michele Arcangelo. Appunto a tale figura religiosa la cavità deve l’ulteriore denominazione con cui è nota (Grotte dell’Angelo).
I primi 200 metri di grotta, completamente allagati, devono essere necessariamente percorsi in barca fino a raggiungere una sorta di snodo da cui si possono imboccare differenti vie sotterranee. Tale snodo, in corrispondenza della cosiddetta “Piattaforma di sbarco“, permette infatti di accedere sia al ramo settentrionale turistico che a quello mediano, ma anche, al di là di una fragorosa cascata, al già citato Ramo della sorgente. La traversata in barca è estremamente suggestiva e oltrepassa un’ampia condotta del tutto invasa, alla base, dalle acque del torrente ipogeo: per risalire contro corrente le sue acque placide vengono utilizzate chiatte leggere, abilmente governate dalle guide che accompagnano il pubblico nella visita dei percorsi interni. Le imbarcazioni sono trascinate sull’acqua a forza di braccia, facendo leva su un complesso sistema di teleferiche sospese a mezz’aria.
Da circa un trentennio la cavità, in considerazione del sempre crescente afflusso turistico, è stata dotata di un secondo ingresso che permette ai visitatori di ritornare in superficie senza ricorrere nuovamente alle imbarcazioni con le quali si è entrati. Il nuovo percorso, che si snoda lungo una bassa galleria ricca di contorte e tozze stalattiti, conclude la visita al sistema sotterraneo. Le Grotte di Pertosa-Auletta, forti di uno sviluppo complessivo di circa 3000 metri, occupano un posto di tutto riguardo fra le più estese cavità attualmente note in Campania.
Testo tratto da “Le Grotte dell’Angelo a Pertosa”, edito dalla Fondazione MIdA con testi a cura di Felice La Rocca, che è possibile scaricare gratuitamente nella sezione Pubblicazioni.
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