

TRA PIETRA E ACQUA
Archeologia delle Grotte di Pertosa-Auletta
Nel settembre del 1897 un medico e naturalista di Caggiano, Paolo Carucci, si recò a visitare l’ingresso di una maestosa caverna affacciata sulla valle del fiume Tanagro. Al suo interno, al lato di un torrente sotterraneo, rinvenne frammenti di rozza ceramica e vari resti ossei, testimonianza di remote presenze umane nella cavità. Quella scoperta fortuita costituiva l’atto iniziale di una vicenda archeologica che, ancora oggi, è viva e foriera di importanti informazioni scientifiche sul più antico popolamento umano della Campania interna.
Le Grotte di Pertosa-Auletta rappresentano una cavità naturale di grande importanza dal punto di vista archeologico. Al loro interno le indagini archeologiche hanno riconosciuto tracce di frequentazioni umane avvenute, pur con alcune interruzioni, nel corso degli ultimi 40.000 anni. Dopo le prime ricerche condotte tra fine dell’Ottocento e primi del Novecento, la completa sommersione del giacimento archeologico all’interno di un bacino idrico artificiale ha di fatto congelato ogni ulteriore indagine fino al 2004. A partire da quest’anno, e poi in seguito in altre occasioni fino al 2016, gli archeologi hanno avuto la possibilità di tornare ad esplorarne e documentarne il deposito di natura antropica.
Appunto sui risultati di questi nuovi interventi sono incentrati gli atti del convegno TRA PIETRA E ACQUA. ARCHEOLOGIA DELLE GROTTE DI PERTOSA-AULETTA, tenutosi il 21 e 22 ottobre 2016 presso il Museo speleo-archeologico Mida 01 di Pertosa. Costituito da dodici saggi a firma di differenti autori, il volume, curato da Felice Larocca, presenta i risultati di studi e ricerche moderne, condotti dal 2004 al 2016. Per una precisa politica di diffusione delle conoscenze sul sito, l’opera viene ceduta gratuitamente dalla Fondazione MIdA a biblioteche di Enti di ricerca e Università (non a privati o a singoli) effettuando scambio bibliografico con altre pubblicazioni scientifiche.