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Il Carciofo bianco di Pertosa

Il carciofo è originario del Bacino Mediterraneo ed appartiene alla famiglia delle Asteraceae (Compositae) genere Cynara. Il ricettacolo carnoso e le brattee interne del capolino costituiscono la porzione edule (cuore) sia per il consumo fresco che per l’industria conserviera.

I residui molto abbondanti costituiti dalle foglie al termine della rac­colta e dalle brattee esterne derivanti dalle diverse preparazioni per uso alimentare rappresentano sottoprodotti che possono assumere un ruolo importante nella gestione della carciofaia. Tra le possibili utilizzazioni vi sono quella zootecnica, medicinale e liquoristica, per la preparazione di integratori alimentari e tintoria.

In Campania, oltre al carciofo bianco di Pertosa, sono presenti al­tre cultivar di pregio iscritte nell’elenco dei prodotti tradizionali della Regione Campania ai sensi dei D.M. MIPAF 350/99: la Capuanella, il Violetto di Castellamare, il carciofo di Montoro, il carciofo di Pie­trelcina, il carciofi) di Procida, la Pignatella (agro sarnese-nocerino), mentre il carciofo di Paestum. è inserito nel. registro delle indicazioni geografiche protette ai sensi del Reg. CE n. 465/2004.

Il CRA-ORT (SA) ha accertato l’unicità della varietà su base morfo­logica e genetica, e per le tecniche di coltivazione. Con il sostegno del. Comune di Pertosa e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, il carciofo Bianco di Pertosa è diventato presidio Slow Food nel 2003 dopo es­sere stato iscritto nell’elenco dei prodotti agro alimentari tradizionali della Regione Campania nel 2000.

Usi del carciofo

  • Medicinale e liquoristico
    Gli estratti di carciofo hanno azione epato-protettiva, coleretica, diuretica, ipoglicemizzante. Le foglie contengono composti orto­difenolici tra i quali acido clorgenico e cinarina, lattoni sesquiter­penici di sapore amaro (cinaropricrine, acidi organici), eterosidi flavonoictici come scolimoside, cinaroside, cinarotrioside. Pro­dotti di derivazione delle parti commestibili del capolino vengo­no utilizzati in cosmetologia per l’effetto calmante e rigenerante sulla pelle.
  • Alimentare
    Il carciofo è un alimento plastico e molto energetico. In media contiene, allo stato fresco (85% di umidità), il 3% di proteine grezze, 12% di sostanze idrocarbonate e un contenuto rilevante di ferro.
  • Funzionale
    II carciofo è caratterizzato da elevato contenuto in fibra, amino­acidi, e sali minerali (fosforo, potassio, ferro soprattutto). E’ pre­sente anche l’inulina, un polisaccaride idrosolubile con proprietà prebiotiche in quanto metabolizzato dai bifido batteri.
  • Tintorio
    I pigmenti contenuti nel carciofo sono apigenina e luteolina. Inoltre il colore del carciofo è condizionato dalla presenza più o meno abbondante di clorofilla in tutti gli organi esposti alla luce e dai pigmenti antocianici posti in zone più esterne dell’epidermide delle brattee che danno un colore purpureo–violaceo al capolino, variabile secondo le cultivar.

Testo tratto da “Tingere con il carciofo Bianco di Pertosa“, edito dalla Fondazione MIdA a cura di Enrica de Falco, che è possibile scaricare gratuitamente nella sezione Pubblicazioni.

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