L’impianto idroelettrico delle grotte
Storia dell’impianto
Alla fine del 1800 l’evoluzione della “ruota idraulica” in una “turbina motrice” determinò un progresso tecnico importantissimo, ossia lo sfruttamento della forza cinetica dell’acqua. Cadendo, infatti, l’acqua azionava le pale della turbina, permettendo la produzione dell’energia elettrica. Il grande dislivello e la notevole quantità di acqua disponibile convinsero Alfonso Palladino (che da proprietario di un mulino di sfruttamento dell’acqua si intendeva) ad interessare la Società Italiana delle Applicazioni Elettriche di Torino per realizzare, così, un impianto idroelettrico tra i primi in Italia.

La progettazione fu affidata alla Ditta Ing. Buonomo e Utili di Napoli, i lavori di costruzione durarono circa quattro anni e l’impianto fu inaugurato il 15 settembre 1907. La “corrente” prodotta nella “Centrale”, nell’arco di qualche mese, raggiunse con una prima linea di circa 23 chilometri Sala Consilina, costeggiando la strada “nazionale delle Calabrie”. Inerpicandosi per le rampe di Campestrino arrivò poi a servire, con delle diramazioni, i comuni di Polla, Sant’Arsenio e San Pietro al Tanagro, per poi raggiungere Atena Lucana e Teggiano. Dalla parte opposta furono alimentate Auletta, Caggiano e Buccino.

Per le popolazioni di questi Paesi fu un cambiamento epocale, soprattutto se si pensa che l’energia elettrica serviva allora quasi esclusivamente per le lampade dell’illuminazione pubblica e privata. Per la popolazione di Pertosa l’impianto idroelettrico, la cosiddetta “Centrale“, significò anche un significativo incremento dell’occupazione.
Problemi religiosi nella costruzione dell’impianto
Prima della realizzazione dell’opera i Benedettini di Cava dei Tirreni si opposero alla realizzazione di qualunque manufatto all’interno della Grotta, per preservarne “la naturale bellezza” e per non “urtare il senso religioso delle popolazioni finitime”.

Per contenere le acque fu quindi realizzato, esternamente alla Grotta, un muro con funzioni di diga dal quale prende origine la condotta forzata.

La condotta, che dalla diga portava l’acqua nella Centrale, fu realizzata con non poche difficoltà ma senza incidenti. Ha una doppia pendenza ed è completamente sotterrata.

l’impianto idroelettrico del Tanagro ha assicurato per decenni l’energia elettrica all’intero circondario, ed ha accompagnato per più di un secolo l’immagine delle Grotte di Pertosa-Auletta integrandosi in modo armonioso.
Foto e testo di Vittorio Caggiano
Articolo molto interessante come le foto pubblicate, per me molto utili in quanto da numerosi anni sto svolgendo una ricerca sui vecchi impianti di produzione idroelettrica sul territorio. Ho comunque un dubbio sulla prima foto. In primo piano si vedono dei binari, e se rappresentano la storica strada ferrata per Lagonegro, allora il paesaggio non può riferirsi a Pertosa in quanto in quel punto la linea è a mezzacosta tra i boschi. Forse era una linea secondaria realizzata appositamente per la realizzazione dell’impianto? Ma se è così di sicuro per la realizzazione dell’impianto del Tanagro II salto e non per il piccolo impianto di Pertosa. Potete darmi qualche notizia o qualche riferimento più preciso? Grazie
Infatti la foto è stata scattata nel centro urbano di Polla ed inquadra esattamente l’incrocio della Strada Regionale 426 con la ex linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro.
Dove i binari curvano era posizionato il passaggio a livello (ora smantellato), che interrompeva il traffico stradale.
Il fotografo per riprendere l’attraversamento aereo della linea elettrica sulla strada ferrata è posizionato a circa 40 metri dal passaggio a livello, con le spalle rivolte alla stazione di Polla guardando il lato Sicignano.