
La collezione Carucci al Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini
Abstract del saggio presente nel volume “Tra pietra e acqua. Archeologia delle Grotte di Pertosa-Auletta”
Siamo alle soglie del 1911, anno in cui il Paese si accingeva a festeggiare il cinquantenario dell’Unità d’Italia. All’epoca il Museo Nazionale Preistorico Etnografico era oramai una realtà operante da trentacinque anni e le sue collezioni constavano di circa 80.000 oggetti che rappresentavano un vasto panorama della preistoria italiana ed europea. Nel saggio si ripercorre la storia dell’acquisizione della “Collezione Carucci” – che comprende i materiali scavati dallo studioso di Caggiano (Salerno) Paolo Carucci nel sito delle Grotte di Pertosa e quelli da lui acquistati nel mercato antiquario pertinenti alla necropoli di Cuma – a partire dai primi contatti ufficiali fra Pigorini e lo studioso caggianese, fino all’arrivo dei materiali in Museo e alla nomina dello stesso a R. Ispettore Onorario per le antichità preistoriche del circondario di Salerno. L’interesse del carteggio, oltre che da un punto di vista della storia degli studi, è determinato dal fatto che ci consente di leggere alcuni aspetti della personalità di Carucci, ostinato nel controbattere le logiche ministeriali assoggettate ad esigenze burocratiche al fine di affermare il suo status di studioso appassionato alla pari di coloro che svolgevano le attività di ricerca in un ambito istituzionalizzato. Alcuni accadimenti oscurano a tratti quello che sembra a tutti gli effetti essere un reciproco rapporto di stima e rispetto: Pigorini riuscirà a mediare fra le aspettative di Carucci e le esigenze contabili del Ministero? Come mai, pur se promessi, non arriveranno mai al Museo romano i materiali trovati dallo stesso Carucci nella grotta “dello Zachito in provincia di Salerno, nelle contrade Arenosa e Acquafredda in quel di Caggiano nella stessa provincia, nella contrada Vietri di Potenza nella Basilicata”? Come vedremo, se alla prima domanda possiamo constatare un esito positivo, per la seconda le attuali conoscenze archivistico- documentarie non consentono di dare risposte certe al quesito, lasciando spazio a futuri approfondimenti sulla vicenda.

ALESSANDRA SERGES
Museo delle Civiltà / Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, Roma