Il Battistero di San Giovanni in Fonte
Il Battistero: un unicum mondiale
Il Battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte è un edificio religioso situato sul confine tra Padula e Sala Consilina, ma ricadente in territorio padulese. Sorge nell’antico Marcellianum, l’antico latifondo agricolo della sovrastante città di Cosilinum, ora Padula, e costeggia la via Popilia, una delle strade più importanti del mondo romano. La sua caratteristica principale è quella di essere l’unico Battistero al mondo ad essere stato costruito su di una sorgente perenne, che alimenta la vasca battesimale. L’edificio probabilmente risale al IV secolo a.C. e fu dedicato a papa Marcello, colui che istituì nuove diocesi ed impose la presenza di un battistero per ogni diocesi.

Un po’ di storia
Prima di essere adibito ad uso cristiano, però, il Battistero era un tempio marino dedicato alla ninfa Leucothèa, “la dea bianca”, colei che offre nell’Odissea il suo velo a Ulisse per salvarlo dalla furia del mare. La trasformazione dell’edificio da pagano a cristiano è abbastanza tipica del periodo paleocristiano, in quanto con il diffondersi della nuova religione spesso si preferiva convertire i vecchi edifici (soprattutto se rispondevano alle mutate esigenze) anziché costruirne di nuovi.

Il Battistero e il rito del battesimo
Un altrettanto interessante connubio fra Oriente e Occidente è che in questo Battistero si veniva convertiti al Cristianesimo mediante il rito orientale dell’immersione completa. Cassiodoro, storico romano, in una lettera del 527 al re dei Visigoti Alarico riferisce anche di un prodigio che si verificava la notte di Pasqua. Il battezzato scendeva sette scalini, simboleggianti i sette peccati capitali, presenti nella vasca battesimale. Una volta giunto sul fondo l’acqua della sorgente riempiva la vasca battesimale, raggiungeva il livello della gola e poi “miracolosamente” ritornava al suo livello normale. Questa particolarità faceva si che molti fedeli frequentassero questo luogo. Altra notizia, riportata sempre da Cassiodoro, è che nei paraggi del Battistero ogni anno, il 16 settembre, si teneva una fiera, la fiera di San Cipriano, in cui molti venivano derubati. Lo storico esprime la sua disapprovazione per questi furti, non ritenendoli adatti alla sacralità del luogo, e chiede maggiore sicurezza.

L’Ordine dei Cavalieri di Malta
Nel 1077 il Battistero diviene proprietà dei monaci benedettini del complesso della SS. Trinità di Venosa, ed è in questo periodo che assume il nome di San Giovanni delle Fonti. E’ interessante notare come anche il complesso monastico di Venosa abbia un battistero paleocristiano con ben due vasche battesimali, una esagonale e una cruciforme. Nel XV secolo il Battistero passa nelle mani dell’Ordine dei Cavalieri di Malta diventando una Commenda, ossia un luogo dove i pellegrini potevano riposarsi. In Campania erano molte le Commende dell’Ordine: oltre a Padula vi erano Napoli, Salerno, Capua, Aversa, Lauro, Marigliano, Alife, Cicciano, Montesarchio e Buccino. Successivamente, dopo varie trasformazioni, il Battistero entra a far parte dei beni della Certosa di Serra San Bruno.
Il Battistero paleocristiano oggi
Da qui il Battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte passa al demanio comunale, per poi sparire. Ricomparirà soltanto alla fine dell’Ottocento, e in pessime condizioni; bisognerà aspettare i restauri condotti dalla Soprintendenza tra il 1985 e il 1987 per capirne la struttura originaria. Probabilmente l’edificio era articolato intorno alla vasca centrale, contornata da archi a tutto sesto, che a loro volta reggevano una cupola. Prospiciente alla vasca vi è un piccolo ambiente con un altare di pietra. Nei pennacchi delle volte vi sono dei frammenti di affreschi, di probabile matrice bizantina, raffiguranti una processione di santi; sempre sulla volta sono collocate altre quattro teste, che probabilmente rappresentano i quattro Evangelisti.

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